venerdì 13 aprile 2007

IL CLOWN

...Quando il clown appare da non si sa dove, come uscito dal suo nascondiglio, egli ci illumina con la sua verità d’essere nudo. Egli è l’autore autentico di se stesso. COMINCIA, all’ora, la sua storia, benché egli non l’abbia, giacché da sempre egli è, è stato e sarà nel più profondo di noi stessi…Il clown è un piccolo uomo che vuole diventare un re, egli ne vuole sempre di più! Gira e rigira egli è il maestro delle sue illusioni, alle quali ci vuole ben far credere, ma è , al tempo stesso, vittima delle sue disillusioni… per il gran piacere dello spettatore!
Il clown favorisce l’esplosione di sé nella fantasia, tutto quello che non abbiamo osato fare, osato dire, osato credere, l’osare adesso e per davvero nell’istante presente del “qui e ora”. Il clown è la dinamica di uno stato che l’attore costruisce nell’ estremo PRESENTE dal quale sorge l’emozione, passando dal riso al pianto, dalla tenerezza alla ferocità. Il clown è uno stato, tra i tanti possibili, più che un personaggio, dove nulla è impossibile! Uno stato che l’attore costruisce, partendo dalla sua verità profonda, con le sue qualità e i suoi difetti fisici e psicologici, con le sue attitudini, le sue posture corporee e mentali, la sua maniera di pensare, di parlare, di muoversi….i suoi smarrimenti…i suoi innamoramenti.

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