mercoledì 17 dicembre 2008

STUDIO PER I GIGANTI DELLA MONTAGNA




I giganti puo' farci riflettere sul ruolo dell'essere attore. Giganti sono tutti gli altri mestieri dell'uomo. Questo mio lavoro e' tanto piccolo nella sua utilita' ; e' piccolo perche' crea ogni volta qualcosa di intimo, da uomo a uomo. La grandezza di questo lavoro sta nella perseveranza. Questo mestiere e' tanto piccolo ogni volta che lo paragoniamo ai giganti della storia e della realta' , ma lavora nel piccolo germe delle persone... a qualcosa servira'.

"E io che sono un regista e un drammaturgo, mi chiedo (non da oggi, ma da sempre, da quando ho cominciato trent'anni fa) che senso abbia il teatro in mezzo a tutto questo. Che senso abbia ancora oggi il piccolo palcoscenico, di legno o di cemento che sia, piantato in mezzo alle tragedie della Storia, in mezzo ai simulacri straparlanti che fanno Spettacolo della Società. E io che mi sento nel cervello una fiamma ostinata e irriducibile, continuo a ripetermi (da trent'anni in qua) che "bisogna piantare il melo anche quando scoppiano le bombe", come insegnava Martin Luther King." FARSI LUOGO Marco Martinelli Teatro delle Albe Ravenna


Definire cosa e' poesia per comprendere dove questo testo vive. Poesia non come componimento metrico, ma come luogo , come essenza leggera che anima le cose. La poesia è la scoperta e la messa in comunicazione di questo spirito , tra cuore e cuore. Un invito alle persone a riscoprire la magia (...cotrone) invisibile ma accessibile del vivere.

SUGGESTIONI ASCOLTANDO DE ANDRE' E PENSANDO AI GIGANTI...
Intuisco che il rapporto tra societa' ed artista debba essere in difetto verso la societa'. La societa' dovrebbe mantenere un'innocenza eterna, mantenersi adolescente nello spirito. Un rispetto riverente verso persone calate nella poesia del vivere , in una ricerca che invecchia l'anima ; una saggia decadenza. Le societa' non dovrebbero mai invecchiare perche' non possono permetersi il privilegio di morire. Mantenere viva questa sana riverenza verso il lavoro dell'artista...mantenere vivo questo sacro dovere verso l'innocenza del pubblico.

INTERVISTA AL NANO QUAQUEO...Ci stiamo dimenticando le istruzioni su come vivere il pianeta. Bisogna iniziare a piantare qualcosa, trattare con lo spirito delle cose . Imparare che siamo una grande famiglia attraverso lo spirito di tutte le cose.

Gli scalognati sono piu' vicino al mito che alla vita reale. Sono la sapienza popolare che da uomo a uomo viene tramandata / Non e' dunque solo realta' fantasiosa.

Non ci frega nulla del rappresentare l'opera per se stessa, dovremmo a questo punto imparare il testo a memoria e raccontare la storia al nostro pubblico che verra' a vederci. Cosa serve a noi questo presentare l'opera a questa maniera? Accettiamo in partenza di confrontarci con un testo, con quello che ci racconta tra le righe e fuori dalle righe; accettiamo di mettere in scena cio' che veramente sappiamo fare in rapporto a quello che si vuole comunicare. Accettiamo il limite del tempo e quello che raccoglieremo sara' il nostro punto d'arrivo.

"..essere intellettuali veri , eterni e miserabili esuli su questa terra, che rifiutano sdegnosamente i facili accasamenti e gli altrettanto facili lauri che il potere riconosce a chiunque accetti di condividere gli stessi obiettivi ..."

NON CI DOBBIAMO MAI DIMENTICARE I PRECETTI DEL VIVERE SEMPLICE. DIMENTICATI QUEST'ULTIMI, I GIGANTI FARANNO DI NOI QUELLO CHE VOGLIONO.
.
.
"La natura ci offre lo stato di sogno
che procura al nostro corpo
e al nostro spirito la libertà
di cui hanno assolutamente bisogno"            Magritte





Nessun commento: