
Ricordo, ricordo cosa vuoi da noi?
E' analizzando tutti i viaggi che prendiamo coscienza della nostra particolarità umana.
In verità non siamo uomini come tutti gli altri. Viviamo ai margini delle nazioni e delle diverse classi sociali; fuori dai ranghi; siamo una sorta di bambini smarriti alla ricerca della fantasia e dell'impevisto. In una citta' abbiamo conosciuto la miseria, in un'altra il successo, qui il lutto , là una grande gioia; ma non abbiamo mai sperimentato da nessuna parte una regola, un'azione ponderata una linea rigorosa di condotta. Abbiamo vagato come quella nave ubriaca del poeta. Attraverso treni scomodi, camere di locande e strade dissestate ci siamo trascinati dietro, in tre valigie, tutta la gioia di folle sconosciute. Sotto le luci della ribalta il loro contenuto ha assunto un significato enorme, i lustrini hanno brillato come gioielli dell'antica Palmira ma , ritornando nei nostri alloggi, sempre provvisori , non avevamo più nulla nelle nostre mani intorpidite dal freddo, non avevamo altro che degli stracci anonimi, vecchie e ridicole cose ed eravamo degli uomini, poveri uomini stanchi , inquieti per il loro pane e per quello di una dozzina di bambini.
Ci dicono che siamo dei fantasisti sfrenati e ci domandano spesso quale sia il nostro modello. Ne abbiamo uno solo: la vita . Essa è piu' ricca di tutte le immaginazioni umane. Gli eventi sono un mantello di arlecchino che ci copre fino alla fine , nel quale tra i tanti pezzi congiunti si trovano brandelli di drappi funebri. E' in questo che l'esistenza val la pena di essere vissuta.
I FRATELLINI
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